L’obiettivo di ogni sito web (blog, eCommerce, sito web statico, landing page) è quello di posizionarsi il più in alto possibile nelle Serp di Google, il principale motore di ricerca.
Una delle tecniche più efficaci per migliorare il posizionamento organico nelle SERP di Google è rappresentato dalla link building. La link building è tuttora un tema controverso perché spesso frainteso.
Cerchiamo di capirne di più insieme.
La link building fa parte della cosiddetta SEO off-page. La traduzione letterale di link building è “costruzione dei link”, e in effetti di questo si parla: aumentare, in maniera diretta o indiretta, la quantità di backlink al proprio sito con l’obiettivo di accrescerne autorevolezza e popolarità.
Più autorevolezza e più popolarità significano (anche se non in modo automatico) aumentare la possibilità di finire nella prima pagina di Google.
Per riuscirci, è necessario ottenere backlink di qualità, che portino con sé un valore aggiunto: per esempio, se un sito autorevole, con un grosso seguito, linka un nostro articolo del blog, Google “premierà” il nostro sito.
La link building, quindi, non è affatto una strategia da sottovalutare o da mettere in secondo piano, né è morta con l’avvento dell’algoritmo Penguin, come sostengono in molti: la stessa Google ha recentemente indicato nei backlink uno dei tre segnali principali di ranking.
A differenza di quando bastavano una buona dose di backlink, anche di dubbio valore, per far salire nelle SERP il nostro sito, con l’aggiornamento a Google Penguin è fondamentale costruire una strategia che preveda una link building di qualità, soprattutto per evitare eventuali penalizzazioni.
Detto semplicemente, un link è una porzione di testo (anchor text) che contiene un collegamento ipertestuale, il quale può rimandare a un’altra pagina del sito (link interno) o a un altro sito (link esterno). In altre parole, se il web è un’enorme città piena di case, i link sono i mattoni sui cui è stata eretta la città.
Per avere valore, un link deve essere di buona qualità, ma non è sufficiente solo questo aspetto. Per esempio, un link posizionato in una parte di un contenuto (pagina, blog post, etc) ha più valore rispetto a un link posizionato nel footer o nella sidebar.
C’è poi la questione legata all’anchor text: Google considera l’anchor text un “segnale”. Utilizzare sempre la solita anchor text secca è un errore. Meglio invece usare sinonimi o longtail keyword (keyword con più parole) attinenti al contenuto del testo, a patto che siano inseriti in modo naturale nel testo.
Ecco un altro aspetto importantissimo da considerare in ogni strategia di link building.
In sintesi, il link dofollow dovrebbe essere prediletto, ma se vediamo che un link proviene da un sito di cattiva qualità, che rischia di penalizzarci, meglio mettere il rel no follow, che equivale a dire a Google: “Non seguire questo link!”.
Al di là degli aspetti tecnici, un link di buona qualità è semplicemente un link che proviene da un sito considerato autorevole da Google (cioè con un buon trust).
Viceversa, se un link proviene da un sito di dubbia qualità (siti che copiano in toto i contenuti, che abusano di click baiting, con un cattivo trust, lenti etc.) è da evitare perché potenzialmente dannoso.
Più nello specifico, la qualità di un link dipende da una serie di fattori:
Sempre in relazione alla link building, i fattori di penalizzazione di un sito possono essere parecchi:
Innanzitutto ricordiamo che ottenere backlink in modo naturale è un principio sempre valido: per ottenerli, bisogna scrivere contenuti di ottima qualità, cioè contenuti che risolvano un problema concreto delle persone. Così, le persone premieranno il nostro contenuto e Google premierà noi!
Scopriamo ora alcune buone pratiche di link building.
Si tratta della stesura di un articolo o un post in un altro blog o sito (che tratti argomenti attinenti al nostro) in cambio di un backlink. Il post dev’essere originale e deve analizzare un tema o a risolvere un problema in maniera diversa da quanto già è presente sul web.
Come già accennato, creare un blog con contenuti di valore, ben formattati scritti in modo chiaro, stimolano la condivisione naturale.
Anche linkare altri blog (ma non scambio di link!) di qualità può essere utile per via del principio di reciprocità (uno dei principi cardini del marketing).
Funzionano molto bene anche le guide, i tutorial (video soprattutto), le infografiche e le interviste.
Sono considerate strategie controverse, invece, l’iscrizione alle directory e i commenti con link in forum e blog altrui: attualmente sono pratiche sconsigliate perché assimilate allo spam.
Altre tecniche di link building sono più complesse, come la broken link building, che consiste nel recuperare link rotti e sfruttarli per linkare i propri contenuti, contattando il proprietario del blog o del sito in cui è presente il link rotto. Valgono sempre i criteri di pertinenza e di qualità.
Una strategia efficace per aiutare il posizionamento del proprio sito. Attenzione, però: la link building richiede tempo, non si possono ottenere risultati eccezionali in un mese di attività. L’importante è attivare una strategia che sia duratura nel tempo, evitando trappole e scorciatoie.
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